Chiesa dei SS. Gerolamo e Saverio

Storia


La costruzione della la Chiesa dei SS. Gerolamo e Francesco Saverio, ora diventata Biblioteca Universitaria, inizia nel 1650 con un impegno formale tra Francesco Maria Balbi e il rettore Orazio Grassi; successivamente il 20 settembre dello stesso anno viene redatto il capitolato relativo alla fabbrica. Francesco Maria Balbi assume in proprio l’onere della costruzione della chiesa e si assume, inoltre, il costo per la preparazione del sito della chiesa del collegio. Quest’ultima venne impostata a pianta longitudinale, a navata unica, con la sistematica alternanza di altari e coretti lungo i lati. E’ senza cupola, perciò la costruzione manca di slancio e allo stesso modo il coro è ridotto di dimensioni. Il capo d’opera responsabile della costruzione doveva essere il maestro Francesco Bianco in base al capitolato per la costruzione della Chiesa del 1650.

 

Struttura architettonica


Interni

All’interno del capitolato del 1650 non vi è alcuna informazione che prevede la decorazione dipinta; si fa solo un riferimento all’architrave per l’ornamento, al fregio e al cornicione in stucco che dovrà correre lungo tutta la chiesa e il coro, oltre ai marmi dei partiti architettonici. Soltanto nel 1666 nella fase finale del compimento della struttura architettonica, la “cronaca” del Padre Gentile dà informazioni riguardo alla decorazione pittorica.

Opere notevoli

  • Coro

Il coro della chiesa diventa lo spazio simbolico del committente Francesco Maria Balbi che vuole celebrare le sue virtù, il suo ruolo nella costruzione della Chiesa ed esaltare la Compagnia di Gesù portatrice della sola e vera ideologia religiosa. Il passaggio tra il vano della Chiesa e il coro è costituito dall’arcone decorato con i simboli delle due committenze quella ideologica della Compagnia di Gesù e quella della famiglia Balbi il cui stemma ribadisce la destinazione privata del coro secondo la volontà del committente, dichiarata nell’iscrizione della facciata DD. HIERONYMO ET FRANCESCO XAVERIO/FRANCISCUS MARIA BALBI/ANNO MCDLXVIII e la dedicazione della Chiesa a San Gerolamo, in ricordo alla chiesa di San Gerolamo del Roso, e a San Francesco Saverio.

Domenico Piola, Incontro di San Francesco Saverio col re del Bongo, quadro centrale della volta del coro.

Domenico Piola, La Vera Religione Cristiana, lato sinistro dell’arcone del coro.

Domenico Piola, La bontà, lato destro dell’arcone del coro.

Domenico Piola, Angeli con strumenti musicali, parte superiore del coro

Domenico Piola – Paolo Brozzi, L’ultima comunione di San Gerolamo, parete di sinistra della parte inferiore del coro

Domenico Piola – Paolo Brozzi, Il Battesimo di una Principessa, parete di destra della parte inferiore del coro

  • Cappelle

Furono decorate successivamente rispetto al coro.

Lato sinistro

Cappella di San Francesco di Sales

La prima fu quella dedicata a San Francesco di Sales sul lato sinistro. Il committente della decorazione fu la Compagnia stessa nella persona del Padre Paolo Doria e di Giovanni Salvaterra cioè Padre Gio Maria che commissionò l’ancona a Domenico Piola.

Cappella dell’Immacolata

Cappella immediatamente vicina al coro, fu decorata nel 1670 ca. La tematica adottata per la decorazione della cappella assume il significato di esaltazione della Vergine: Ester come Mari, la scelta di Assuero come sposo divino e gli attributi portati dagli angeli dipinti sulle due testate laterali della cappella con il Riferimento al Cantico dei Cantici.

Affreschi della cappella Giovanni Battista Carlone, Ester confortata da Assuero, quadro centrale della volta.

Lato destro

Cappella di Sant’Ignazio

Cappella vicino al coro, i lavori iniziano intorno al 1687 ca. La decorazione, tra cui l’ancona, il totale rivestimento di marmi, la balaustra e le colonne da sovrapporre all’altare fu commissionato a Domenico Piola. Restano solo alcune parti degli affreschi: la piccola volta con la raffigurazione dello Spirito Santo entro un volo di cherubini e la parte alta delle pareti laterali immediatamente sottostanti su cui sono affrescati per ciascun lato due angeli che reggono alcuni simboli. Quasi del tutto compromessa la parete di sinistra restano ancora leggibili parti della volta e della parete di destra dove sono riconoscibili gli attributi degli angeli, un giglio e un crocifisso, con riferimenti ai santi gesuiti Stanislao Kostka, Francesco Saverio, Luigi Gonzaga.

Affreschi della cappella

Domenico Piola, Angelo con il giglio, parete destra, particolare.

Domenico Piola, Angelo con il Crocifisso, particolare, parete destra.

Cappella di San Luigi

Vicina all’ingresso della chiesa, fu terminata nel 1717. A partire dal 1668 era stata oggetto di pretese per la concessione d’uso che fu risolta a favore della sorella di Francesco Maria Balbi, Francesca Balbi. Quest’ultima avrebbe potuto assistere alla messa del suo palazzo dal prospetto che si vede sopra il finestrone della cappella. Nel 1717 grazie alla committenza di Padre Vincenzo Viale fu completato l’ornamento con anche l’inserimento di marmi delle colonne più antiche, segno di una precedente struttura architettonica decorativa.

Affreschi della cappella

Jacopo Antonio Boni, Angeli, parete destra

Jacopo Antonio Boni, Angeli, parete sinistra

Jacopo Antonio Boni, Gloria di San Luigi nella visione di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi

 

Bibliografia


Il Palazzo dell'Università il Collegio dei Gesuiti nella strada dei Balbi, Genova, 1987

Nome compilatore Gioia Quicquaro, Manuela Serando, Diana Marcello, Barbara Cadei

Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022